La nostra croce tarantinaè sempre stata l’altofornocon l’impiego del carbon coke. Credevamo ingenuamente che con i rottami di ferro o con il cosidetto DRI(il”famoso”preridotto) avremmo dato l’addio al carbone,e magari anche a gas “fossili” prontissimi alla “sostituzione” in nome del Green Deal europeo. ANZI: il vero salto ecologico sarebbe stato il passaggio all’idrogeno per un vero scenario di Zero emissioni di CO2 e altri gas serra.Ma l’acciaio da minerali fa gola a molti:ci sono miliardi di euro…in ballo
<<Il commissario Quaranta(all’ILVA in A.S. ha offerto un quadro chiaro della situazione di AdI. “Abbiamo iniziato la nostra esperienza il 20 febbraio. Abbiamo trovato una situazione molto complessa e condizioni delicate nel procedere al recupero della funzionalità degli impianti, partendo con un solo altoforno che produceva al 60% della sua capacità. Ora l’abbiamo portata al 90%, ripristinando normali condizioni di mercato con i fornitori. Dovremmo ora procedere verso ottobre a riprendere la produzione con un secondo altoforno, cercando di riprendere una produzione normale. Con circa l’80% degli interventi pianificati su Taranto”, ha ricordato il commissario in merito al piano di ripartenza elaborato per il siderurgico. Riguardo alla procedura di cessione, Quaranta ha sottolineato che “si importano 8 milioni di tonnellate di coils per un business potenziale da 6/7 miliardi di euro. Una cifra che, credo, possa essere interessante per un investitore. Siamo al lavoro per riuscire, entro la fine del prossimo mese, a finire la stesura della procedura di gara, anche perché non è compito dei commissari quello di fare gli imprenditori. In questa fase, abbiamo permesso le visite agli impianti per far sì che i soggetti interessati potessero mettersi già al lavoro per la presentazione della propria proposta d’acquisto con cognizione di causa”. Riguardo alla strategicità geografica di Taranto, il commissario ha osservato come la città possa permettere approvvigionamenti di materie prime da tre direttrici commerciali, oltre che dal Nordafrica. E questo è un ulteriore elemento che rende particolarmente importante il rilancio del polo siderurgico.
ALLORA: LA TRANSIZIONE ENERGETCA -COME L’IfROGENO VERDE SONO INCOGNITE DEL TUTTO APERTE. NON BASTA CHE IL PRESIDENTE BERNABÈ GUARDI CON FIDUCIA ALLA SOCIETÁ”DRI” PER LA REALIZZAZIONE DI 1MILIARDO DI LAVORI GIÀ disegnati da un pezzo per REN+IDROGENO VERDE. VIgiliremo in tanti che l’abbandono dei fossili VENGA FINALMENTE FATTO!
IO MI PERMETTO DI SUGGERIRE CHE MAN MANO CHE I VECCHI O RISTRUTTURATI ALTOFORNI TORNANO IN ESERCIZIO(con un profitto di Ttuttooriguardo-mi pare!-che la CO2 e tutte le emissioni nocive sianocatturate, sequestrate e magari circolarmente ri-utilizzate.Perchè dovrei far finta che il prerodotto sanerà Taranto..se so benissimo che l’ex ILVAstagià tornando agli altoforni?Nel mio piccolo osservatorio vedrei benesistemi innovativi di CCUS, belli stretti e appocicati agli odiosi ALTIFORNI a catbon coke.ANZI CHIEDEREI ALL’AZIENDA, ALLA REGIONE E AL MIMIT DI STABILIRE FIN D’ORA DEI LIMITI RIGOTOSI ALLE EMISSIONI, PENA L’ARRESTO DELLA PRODUZIONE.In fondo ls recente sentenza della Corte fd Giustizia UE l’ha già detto con forza!
noi ing. decarbonizzatori abbiamo soluzioni di attacco efficaci e già sperimentate. edio,in parTicolare, con BESTENGINEERING/POLIBA NON VEDO L’ORA DI PRENDERE DALL’ARIA DI TARANTO quel carbonio-che mischiato con l’idrogeno verdche ci avanza- è la base diuna fabbrica di metanolo rinnovabile, E QUINDI DI E FUELS ADATTI A ESSER BRUCIATI CON LOW-COST EMISSIONS NEI MOTORI RNDOTERMICI MARINI, STRDALI E AREI. QUINDI CoN UNA BATTUTA che piacerà ai miei colleghi torinesi <<CARPE CARBON>>
Penso,infatti che CARPE CARBON SIA IL NOSTRO ALLEATO DI QUALITÀPER DECARBONIZZ SERIONESSUNO, ANCHE IN CAMPO SINDACALE, CREDE REALMENTE DI FERMARE GLI AFO SOTTOLO SCACCO DELLE PRESCRIZIONI AMBIENTALI della Corte di Giustizia UE. …..
Tanto menochi vuole investire in ILVA Pensa di prendersi la togna degli AFO spenti, quando la domanda di acciaio “navale” torna a crescere…..